‘Il cinema secondo Hitchcock’, opera indispensabile per gli amanti del cinema
La prima edizione di quest’imperdibile opera rivolta agli amanti di questo genere di cinema (e non solo) fu pubblicata nel 1966, circa quattro anni più tardi dell’Agosto 1962, periodo in cui Truffaut ebbe una serie di incontri con Alfred Hitchcock durante i quali si conversava sulla sua filmografia. Successivamente, dopo la morte del regista britannico nell’Aprile del 1980, lo scrittore francese aggiunse al libro una nuova prefazione ed un capitolo finale, pubblicando una sua riedizione nel 1984.
Il libro, che ha i connotati di una lunga intervista al ‘maestro della suspence’, via via che si sviluppa assume sempre più i toni di una conversazione amichevole tra due colleghi di lavoro, ed Hichcock si lascia andare a delle confidenze che non aveva mai fatto a nessun altro prima, svelando a Truffaut trucchi scenici, innovazioni particolari, ed anche difetti delle sue pellicole.
François Truffaut, suo autore
Francois Roland Truffaut, nato a Parigi il 6 Febbraio 1932 e morto a Neuilly-sur-Seine il 21 Ottobre 1984, è stato un importante attore, sceneggiatore, regista, critico e produttore cinematografico francese, da molti ricordato per essere stato, insieme ai suoi colleghi ed amici Jean Luc Goddard, Jacques Rivette, Eric Rohmer e Claude Chabrol, il creatore di una nuova corrente culturale ed artistica che prese il nome di ‘nouvelle vague’, di base prettamente neorealista.
Truffaut ha sempre nutrito forte passione per i film di Hitchcock, e si deve anche alla sua opera il grande successo avuto dal regista britannico negli States, dove in un primo momento non godeva di molta considerazione sebbene i suoi films facessero registrare sempre ottimi incassi.
‘Il cinema secondo Hitchcock’, pubblicato in Francia nel 1966 dalla casa editrice Laffont, è la testimonianza concreta di questa sua grande passione, e della fortissima ammirazione che egli nutriva verso il ‘re del giallo’, che intervistò più volte a partire dall’estate del 1962, anno in cui lo conobbe.
Sinossi de ‘Il cinema secondo Hitchcock’
Il libro di Truffaut è diventato un vero cult per i cinefili amanti della suspence, ed è praticamente il fatto stesso che sia un maestro del cinema ad intervistare un ‘grande maestro’ che lo rende così speciale; i dialoghi tra i due infatti, scorrono fluidi e piacevoli in un clima disteso ed a tratti anche molto ironico, rendendo la lettura di questo libro molto piacevole e rilassante.
Nato sotto forma di intervista al grande re del giallo ed a quella che è stata la sua filmografia in una carriera lunga e piena di gratificazioni, il libro assume via via toni sempre meno formali e più ‘amichevoli’, fino a diventare una vera e propria ‘chiacchierata confidenziale’, dove chi legge ha quasi la sensazione di trovarsi realmente al cospetto del grande maestro e di conversare amabilmente con lui.
Certamente un gran bel libro, un vero ‘must’ per tutti gli appassionati di cinema in generale.
Perchè è un’opera fondamentale
Il 1940 segnò indubbiamente un anno di fondamentale importanza per Alfred Hitchcock, e gran parte del merito di questo grande salto di qualità è da collegare proprio con il trasloco del regista britannico da Londra ad Hollywood; fu qui infatti che il ‘re del giallo’ diede il meglio di se stesso, dirigendo ben 30 films in 36 anni, ovvero fino al 1976, anno del suo ultimo grande successo ‘Complotto di famiglia’.
A Truffaut servirono circa quattro anni per sistemare tutto il materiale informativo fatto di dati, trucchi, segreti di scena, e quant’altro aveva appreso dal maestro nel corso delle sue ‘interviste amichevoli’; le circa 500 domande che aveva posto ad Hitchcock durante i loro incontri, generarono infatti enormi fonti di conoscenza per lui, e non è stato certo un lavoro facile riordinare il tutto.
‘Il cinema secondo Hitchcock’, il documenario
Questo bellissimo film dossier (o documentario) del 2015 diretto da Kent Jones sul libro di Francois Truffaut, fu presentato per la prima volta al Festival di Cannes nel 2015, per debuttare poi nelle più importanti sale cinematografiche italiane il 4, 5, e 6 Aprile del 2016; per ultimarlo, effettuò una scrematura di materiale (c’erano ben 27 ore di interviste registrate) molto corposa, avvalendosi inoltre della preziosa collaborazione di Helen Scott, collaboratrice bilingue di Truffaut.
Al suo interno il dossier reca anche interviste ad altre personalità di spicco del cinema mondiale come Kiyoshi Kurosawa, Peter Bogdanovich, Wes Anderson, James Gray, Martin Scorsese, senza contare le defezioni di Brian de Palma, Jane Campion e Kathrin Bigelow, invitati a prendere parte al film ma venuti meno per impegni personali precedentemente acquisiti. Un’ora e venti minuti in piacevole compagnia di uno tra i più grandi registi al mondo, documentario da vedere assolutamente.